IL FONDATORE Prof. FAUSTO SCALVINI


“Una folla ricca di personaggi e di fabulazioni, un patrimonio della cultura popolare unitamente a percezioni sensoriali, atmosfere e tradizioni rituali, storie e leggende di un’epoca alla sua conclusione, che si sono incise nella memoria, in simbiosi con i valori trasmessi dalla famiglia che hanno indirizzato le scelte della mia vita: dall’esperienza artistica, alla decisione radicale di vivere nel mio paese, alla realizzazione, condivisa con altri amici, del progetto di un Ecomuseo del territorio.”

In questa riflessione, lasciata sul suo diario di memorie, è condensata la personalità di Fausto Scalvini. Qui si possono trovare i riferimenti di valore che hanno ispirato la vita e le opere di una persona, che è stata contemporaneamente un artista, un educatore, un cultore di storia locale, intesa come storia degli uomini delle terre basse, che hanno abitato il territorio alla confluenza tra i fiumi Oglio e Chiese.

Nato nel 1945 a Palvareto, (oggi S. Giovanni in Croce) in provincia di Cremona, ha vissuto sin da piccolo a Canneto sull’Oglio, dove ha frequentato le scuole di base, per poi iscriversi all’istituto d’Arte “Toschi” di Parma e successivamente all’Accademia Brera a Milano. Chi lo ha conosciuto come insegnante di Educazione artistica non dimenticherà mai la sua creatività, il suo dinamismo nel proporre sempre nuove esperienze che hanno coinvolto generazioni di alunni in ambito scolastico e extrascolastico.

I problemi di salute lo costrinsero ad abbandonare l’insegnamento abbastanza presto, ma ciò non gli impedì di continuare la sua attività artistica di scultore e di pittore, ispirata fin dall’inizio a quelle percezioni sensoriali, a quelle atmosfere incise nella sua memoria fin dalla tenera età.
E’ stata questa sensibilità verso tradizioni rituali, storie e leggende a motivare il suo impegno per la costruzione di un’opera che rimarrà nella storia della comunità cannetese come eredità imperdibile: l’Ecomuseo delle valli Oglio Chiese.
A questa impresa, nella quale ha coinvolto un buon numero di volontari interessati alla riscoperta e alla valorizzazione di un patrimonio materiale e immateriale, che ha definito l’identità del territorio, ha dedicato i suoi sforzi, i suoi studi, le sue intuizioni per tutto il resto delle sua vita.

E’ stato in questo campo un pioniere, contribuendo con l’esperienza portata avanti a Canneto e dintorni alla nascita della rete eco-museale regionale. La sua passione e la sua inesauribile volontà di rinnovare e migliorare è stata contagiosa e ha portato alla costituzione di un gruppo, che lo ha affiancato e ha raccolto un’eredità ricca di intuizioni e spunti da sviluppare.

La dedizione a questa avventura non lo ha mai abbandonato e fin agli ultimi giorni di vita, quando ormai era minato da un male incurabile, si è preoccupato del futuro dell’Ecomuseo lasciando a chi sarebbe subentrato un patrimonio di progetti e di idee da sviluppare.

La sua scomparsa ha lasciato un grave vuoto nel ricordo di parenti e amici, ma anche una ricchezza di stimoli, che lo fa rivivere nell’opera e nell’impegno di chi è rimasto a portare avanti la meravigliosa avventura dell’Ecomuseo.

Prof. Bruno Vezzoni 
Conservatore del Centro di Documentazione

 

Partecipazione a Biella all’importante Convegno Nazionale degli Ecomusei, di tre giorni, organizzato dalla Regione Piemonte.

Due manifesti del Presidente, Prof. Fausto Scalvini, esposti al convegno.