L’Ecomuseo, pur avendo una struttura multiforme, è unitario nella sua funzione conoscitiva. Non è un semplice museo, ma è costituito da molteplici elementi, che possono essere intesi come le stazioni di un unico grande “percorso di approfondimento” dislocato sul territorio.

A tale proposito sono stati identificati i seguenti itinerari:

IL TERRITORIO

Al di qua e al di là del fiume, un museo diffuso

La storia dei paesi rivieraschi lungo l’Oglio, tra il Mella e il Chiese e il Po, è fatta di tante sfaccettature, in parte in sintonia tra di loro, con numerose identità in comune e con peculiarità specifiche legate alla storia di ogni comunità. Ne è un primo esempio la lingua dialettale, parlata in ogni paese con le proprie assonanze, cadenze, coloriture e modi di dire; queste sfumature e tonalità contrassegnano l’area di appartenenza, ma sono pure il segno e l’espressione della propria identità culturale.

Se nel passato il fiume ha accomunato i paesi rivieraschi nati su di esso o a margine del terrazzamento, è altrettanto evidente che l’acqua per tutti era una risorsa, non solo economica, ma anche culturale, una “via” per la circolazione di merci e idee.

I paesi rivieraschi sono sorti ai margini di un antico meandro, su un’isola, in prossimità di una foce o dopo una bonifica. Una lenta ma progressiva conquista del territorio, che si è protratta per oltre duemila anni, iniziata massicciamente dai Romani e proseguita nel Medioevo dalle Abbazie benedettine: San Benedetto di Leno, S. Salvatore di Brescia, S. Tommaso di Acquanegra e Santa Maria della Gironda di Bozzolo. Successivamente l’opera è continuata sulla riva sinistra dai Comuni di Brescia e Mantova, mentre sulla riva destra il lavoro veniva portato avanti dal Comune di Cremona.

Dopo la Pace di Costanza (1183) inizia un controllo sistematico del territorio, con grandi opere di colonizzazione agraria e l’erezione di castelli e borghi franchi: una vera rinascita del territorio.

Canneto, nel 1217, è un esempio di progettazione urbanistica, nato da una grande bonifica con la costruzione non solo del nuovo castello, ma anche dell’impianto urbano. Originali sono pure le strutture socio amministrative sorte successivamente a controllo del territorio e di un fiume, che era pure confine di stato. Sulla riva sinistra, le autonomie amministrative si identificarono in particolare nella “Quadra di Canneto”, che comprendeva: Volongo, Fontanella, Casalromano, Acquanegra e Mosio, mentre sulla riva destra: nel Principato di Bozzolo, Isola Dovarese e Ostiano.

Il Quattrocento ed il Cinquecento sono due secoli importanti per i paesi del territorio. I Gonzaga riconfermano privilegi ed autonomie, arricchendo i borghi di nuovi monumenti e assetti urbani, ne sono un esempio l’elegante piazza di Isola Dovarese, oppure l’ortogonale impianto urbano di Bozzolo e altri importanti esempi innovativi dove il fiume e l’ambiente sono parte integrante della progettazione.

Nello stesso periodo, di notevole interesse è la creazione delle aree “commerciali”, come il Campo Fiera di Canneto sull’Oglio, che poteva ospitare oltre trentamila persone.

Anche le attività artigianali e l’agricoltura seguono la morfologia del territorio. A destra del fiume, lungo la Postumia, la centuriazione è più evidente, tanto da sfociare poi nella grande cascina cremonese, mentre sulla riva sinistra si sviluppa la piccola proprietà, ne è un esempio, nella Quadra di Canneto, la diffusione dell’ortaglia, ovvero l’attuale vivaismo; inoltre attraverso lo sfruttamento dell’energia idrica degli affluenti del fiume Oglio, nascono numerosi laboratori e attività artigianali.

Anche l’organizzazione religiosa assume espressività particolari, documentate dalla diffusione di numerose congregazioni e l’erezione, in ogni paese, di molteplici luoghi sacri. Ne sono un esempio le nove chiese presenti ancora attualmente ad Ostiano, le otto a Canneto sull’Oglio e le sei ad Acquanegra sul Chiese, Bozzolo, ecc.

Un patrimonio che, sul piano artistico antropologico ed evocativo, si identifica in particolare nella cultura bresciana, cremonese e mantovana.

Nel territorio dell’Ecomuseo si può riscoprire una spiccata vocazione sociale, ne sono testimonianza le numerose feste e tradizioni popolari, che scandiscono il calendario, oltre ad una particolare sensibilità verso la musica: ogni chiesa, sin dal Cinquecento, vantava pregevoli organi e ogni Comune un teatro.

È pure un territorio che ha dato i natali a personaggi che hanno rivoluzionato la pedagogia o che hanno portato avanti attività singolari, come la produzione del giocattolo, di piante o la lavorazione dell’osso, dell’argilla, di fibre vegetali e animali.

Anche la gastronomia è da considerarsi un patrimonio culturale stratificato nei secoli, oggi è conosciuta in tutto il mondo attraverso le abilità degli operatori del settore.

Riscoprire quindi la storia di ogni comunità è un arricchimento culturale per rinvigorire identità e motivazioni.

Risorse utili per reinterpretare il nostro territorio in un’ottica progettuale, certamente, più stimolante e creativa.