Sino al secolo scorso, il fiume è stato la principale via di comunicazione commerciale e culturale. Tramite e cerniera tra le Alpi e il Mediterraneo.

Fonte di vita di numerose attività: marinai, mugnai, carpentieri, calafatari, intrecciatori, cavatori, boscaioli, carriolanti, pescatori..

Il fiume, autostrada dell’antichità

La sezione dedicata al fiume, autostrada dell’antichità, si presenta con una grande scenografia sul fiume, con un’imbarcazione in primo piano, mentre sta navigando carica di merci. In tutta la sala si snoda un racconto, che documenta le diverse tecniche di navigazione, attraverso vari tipi di imbarcazioni in legno, iniziando dalle piroghe dell’Età del Ferro, fino alle recenti barche a fondo piatto, tipiche dei fiumi padani.
Alle pareti, centinaia di oggetti, corredati da descrizioni e fotografie, illustrano i mestieri tipici legati strettamente al fiume.
Ceste di varie forme e dimensioni, oltre ad altri contenitori ottenuti intrecciando rami di salice, di indaco oppure di pioppo, piani per sedie, sporte e cappelli realizzati con il carice, sportone e stuoie ottenuti con l’impiego delle tife o del giunco, graticci utilizzati come frangisole o per contro-soffittature ricavate dalla canna palustre, sono solo alcuni esempi di come l’uomo ha utilizzato, per millenni, la vegetazione di queste aree umide.

(I mestieri del fiume)

Nella sezione, sono documentati i mulini natanti, in particolare quelli posizionati in questa parte del fiume Oglio e del vicino Po.

Un’attività importante, tipica di questi due fiumi, dove tutte le granaglie confluivano per essere trasformate in farine. Solo nel tratto di fiume cannetese erano presenti, sino al secolo scorso, ben sei file di mulini natanti, pari a una cinquantina di macine funzionanti, oltre ai mulini piazzati sul Naviglio.

Mugnai, facchini, carrettieri e stallieri si mescolavano a pescatori, calafati, cavatori di ghiaia o di sabbia, a scarriolanti e boscaioli.

Questi ultimi avevano il compito di tener pulite le sponde e il margine del cavallatico, cioè la strada lungo la parte media dell’argine, utilizzata dai cavallanti che, con i loro animali, trascinavano i grossi barconi durante la risalita, contro corrente.