l fiume archivio della memoria

Con l’abbassamento dell’alveo del fiume, in questi anni, sono emersi numerosi fossili di epoca preglaciale e glaciale, che caratterizzano l’evoluzione della vita in questa parte di pianura.

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Tra i fossili di interesse: i resti di ippopotamo, elefante, orso, megacero, mammut, ecc.

Paleontologia/Il fiume archivio del territorio

I fossili della valle dell’Oglio

La sezione Paleontologica dell’Ecomuseo raccoglie alcune centinaia di reperti fossili, materiali che provengono in massima parte da rinvenimenti fortuiti avvenuti nel greto del fiume Oglio e proprio per questo motivo estremamente interessanti per la ricostruzione della storia di quest’area della Pianura Padana, fino ad ora poco studiata.

I ritrovamenti sono stati facilitati dai notevoli cambiamenti che, soprattutto negli ultimi trent’anni, hanno interessato la morfologia del fiume.

Probabilmente dovuti ad una serie di eventi in parte naturali e in parte indotti dall’uomo, hanno favorito l’affioramento di numerosi materiali, tra cui alcuni livelli relativi alle glaciazioni Riss e Würm, fossili dell’interglaciale Riss-Würm, materiale archeologico dell’Età del Bronzo (comprese le palafitte di un villaggio dello stesso periodo), reperti di età romana, ceramica smaltata rinascimentale e le palafitte degli ex mulini natanti.

Il fiume si è rivelato un vero archivio di storia, contenitore di documenti e della memoria di questa parte della Pianura.

I materiali sono stati in gran parte recuperati nella fascia territoriale compresa tra Isola Dovarese e la foce del fiume Chiese.

Un curioso ritrovamento è costituito da querce silicizzate di grandi dimensioni, che testimoniano la presenza di antiche foreste che il fiume, modellando la sua valle, ha oggi riportato alla luce come esempi di quell’antico ambiente.

Allo stesso modo, i numerosi fossili di animali ci fanno immaginare, nel passato, ambienti assai diversi tra loro, ora simili all’attuale territorio africano (con elefanti, ippopotami e rinoceronti), ora a quelli nordici, con specie tipiche di climi decisamente più freddi.

Molto interessante la testimonianza data dalla presenza di animali estinti, le cui specie non hanno saputo adattarsi alle trasformazioni ambientali e climatiche intervenute.

In particolare ne sono esempi i resti fossili di Palaeoloxodon antiquus (elefante antico) che in Pianura Padana raggiunse il massimo sviluppo nell’interglaciale Riss-Würm, come pure quelli di Mammuthus primigenius (mammut) estintosi alla fine dell’ultima glaciazione, di cui nell’Ecomuseo si conserva un dente rinvenuto in prossimità di Carzaghetto.

Vi sono poi reperti fossili del curioso Megaloceros euriceros (cervo gigante) e di Bison (Simobison) priscus anch’essi estinti alla fine dell’ultima glaciazione.

Sono presenti resti di Bos primigenius (uro o bue antico) che, pur vivendo nelle steppe, fu in grado di adattarsi anche alla foresta, ma che poi scomparve probabilmente in epoca storica.

In questa sezione sono pure presenti reperti di alce, cervo, daino e capriolo, animali questi, che sono emigrati chi verso nord (come l’alce), alcuni verso i boschi collinari o montani, trovando questi ambienti più congeniali, mentre altri come equidi, bovidi e suidi si sono adattati alle trasformazioni territoriali, convivendo anche con l’uomo.

Quella raccontata dall’Ecomuseo è una storia ricca di curiosità come, ad esempio, il resto di un carapace di tartaruga, animale tipico dei terreni paludosi.

Numerosi sono pure i reperti umani ritrovati, segno di una grande frequentazione del fiume e delle sue sponde, probabilmente retaggio di ritualità a noi sconosciute.

Tutto ciò racconta le lontane origini della vita della nostra Pianura, anche se quest’ultima è da considerare piuttosto “recente” se confrontata alla lunga storia della vita sulla terra.

Proprio per questo, è stato realizzato un piccolo spazio didattico che riassume alcune delle principali tappe dell’evoluzione della vita sulla terra.

Esempi significativi sono costituiti da trilobiti, ricci di mare e pesci a rappresentare il Paleozoico (540-250 milioni di anni fa circa).

Il Mesozoico (250-65 milioni di anni fa circa) è invece illustrato da ammoniti, gasteropodi e conifere.

Fossili di pesci e insetti descrivono alcuni momenti del Cenozoico (65-1.8 milioni di anni fa circa), mentre il Neozoico (da 1.8 milioni di anni fa ad oggi) è ampiamente definito attraverso i fossili della pianura sopra ricordati.

Tutto ciò caratterizza la nostra sezione, unica nel suo genere nel territorio dell’Ecomuseo, che ci ha permesso di tentare di ricostruire ambienti del passato, altrimenti legati alla pura fantasia.