Miti e riti dell’acqua, del fuoco e dell’albero nelle festività stagionali.
Leggende, storie e proverbi.

Un mondo popolare, ricco di spunti e di creatività…

Miti e riti nella tradizione popolare

In questa sezione dell’Ecomuseo, sul creativo mondo delle tradizioni popolari descritto da emeriti studiosi (Tassoni, Bosio, Toschi, Gozzi e altri), è stata realizzata una sintesi iconografica, che illustra soprattutto il calendario rituale che si svolgeva durante l’anno.

Sono stati scelti tre filoni fondamentali, con i quali si tenta di riassumere la filosofia popolare: i Miti del Fuoco, i Miti dell’Acqua, i Miti dell’Albero.

A questa complessa ricerca, che ha permesso di scoprire le diverse stratificazioni culturali e di fissare i rituali essenziali legati all’intercalare delle stagioni, segue il racconto delle feste più importanti dell’anno, che scandivano il vivere quotidiano, le identità individuali e collettive.

Ne sono un esempio le tradizioni del Natale, periodo in cui la religiosità si fonde con la sacralità dei gesti, la magia dei segni e l’intimità familiare.

Il mondo dei vivi si effonde in un inno alla vita, ma la memoria non può dimenticare gli antenati, i morti, in una visione globale, dove il passato e il presente non sono mai disgiunti.

Altro esempio pregnante lo possiamo trovare nelle tradizioni dei falò. Questi riti antichissimi, che sono ancora numerosi nel territorio dell’Ecomuseo, assumevano un significato essenzialmente magico di purificazione, propiziazione e auspicio.

Così pure, ricche di ritualità, erano le feste di S. Antonio e dell’Annunciazione, rappresentata dalla Madonna che calpesta il serpente (Madòna dèl bis), feste che ci fanno comprendere come il rispetto per gli animali o per la vegetazione rientri in una visione cosmica del creato, nella quale l’uomo è ancora creatura e non creatore.

Allo stesso modo il Carnevale, la settimana di Pasqua e le altre feste che si susseguono durante l’anno ci aiutano a capire meglio certe concezioni del mondo.

Ritrovare quindi sensazioni, fissare profumi, umori, sensibilità ancestrali, percepire ritmi, l’intercalare del tempo e il non tempo, visioni incantate e iniziazioni, ideali e artifici creativi, ci permettono di approfondire la conoscenza di un sapere tramandato nei secoli, che è diventato identità di un territorio abitato dal magico e dal sacro.

(Il mito dell’acqua)

Il mondo antico dell’Occidente è fatto di miti e di riti legati all’acqua.

Il mormorio della fonte sembra un bisbiglio misterioso che risuona dal profondo della terra, una voce ammonitrice o annunciatrice.

La fantasia dell’uomo ha abitato le profondità delle acque con sirene, demoni, draghi, fantasmi, principesse cigni e mostri favolosi.

Per i Celti le sorgenti, gli stagni, le paludi e le confluenze di fiumi erano luoghi sacri, carichi di valenze spirituali, dove si deponevano gli ex voto o dove si facevano sacrifici, come ricorda Lucano, scrittore romano del I sec. a.C.

Per mezzo di rituali iniziatici, l’acqua conferisce una nuova “nascita”, col rituale magico guarisce, con i rituali funebri garantisce la rinascita dopo la morte, e non dimentichiamo che l’immersione nell’acqua è il rito di purificazione per eccellenza. Basta pensare a S. Giovanni Battista nel Giordano.

Al capitolo quarto del Vangelo, secondo S. Giovanni, si legge: “Chiunque beve quest’acqua avrà sete di nuovo, ma chi berrà l’acqua che io gli darò non avrà più sete in eterno”. Gesù usa il simbolo dell’acqua viva per indicar la Grazia, cioè la Vita di Dio che egli è venuto a portare.

Nella tradizione popolare permangono le virtù terapeutiche, purificatorie e taumaturgiche dell’acqua.

• 25 Gennaio – Conversione di S. Paolo (S. Paol di sègn)
In questa notte le ragazze traevano auspici per il futuro matrimonio, leggendo i segni che si formano nella scodella con l’acqua messa a ghiacciare sul davanzale.

• 30 – 31 Gennaio e 1 febbraio
I giorni della merla (i de dè la mèrla)
Con l’acqua del “travacón”, si benedivano le fascine utilizzate per accendere il fuoco durante la nascita dei bachi da seta.

• 23 Aprile S. Marco – Le rogazioni
Evidente era il significato propiziatorio del sacerdote: al mattino presto in solenne processione, benediva i campi in direzione dei quattro punti cardinali.

• Ascensione – Notte magica
In questa notte, ricca di segni, si prevedevano guarigioni miracolose, l’acqua diventava benedetta.

• 24 Giugno – S. Giovanni –
Notte miracolosa
Al mattino presto si raccoglieva la rugiada ritenuta miracolosa.

• Celebrazioni pasquali

Il Sabato santo comprende, prima del mistero della Resurrezione, la solenne benedizione dei fonti battesimali.
In questa occasione i fedeli portavano a casa l’Acqua Santa, da utilizzare in momenti particolari per numerose benedizioni.

• 24 Agosto – S. Bartolomeo
Benedizione del fiume

Di sapore antico è la festa di S. Bartolomeo, a Castelfranco Oglio, con la benedizione del fiume per propiziare la forza della natura, “presenza”, fonte di vita.

(Il mito del fuoco)

Il culto solare, simbolicamente, è sempre stato legato al culto della fecondità (la vita continua) e a quello della “madre terra”.

I fuochi, che i contadini accendevano dal solstizio d’inverno al solstizio d’estate, risalgono, nella maggioranza dei casi, ai tempi in cui (in una prospettiva cosmica celtica) si saltava di notte sopra il fuoco o vi si danzava attorno, per indicare il passaggio dal buio alla luce, dalla morte alla vita.

• 13 Dicembre – S. Lucia
Per S. Lucia, personaggio mitico, si festeggia la luce e cioè il ritorno a giorni più lunghi.

• Natale – La vigilia
La nascita del Messia diventa simbolicamente la celebrazione della nuova luce: “Io sono la luce del mondo”. L’albero di Natale illuminato ricorda la tradizione dei Germani di incendiare un albero, per invocare la divinità della buona stagione.

• La fiaccolata
Il rito della fiaccolata si inserisce nella tradizione religiosa natalizia cristiana.

• Il grande ceppo o Capodono
Nella notte di Natale si accende il ceppo o “cavedón”, che rimane acceso per tutta la notte. Il fuoco acceso nel focolare diventa anche il simbolo della vita familiare.

• Il rito della stella
È la luce che guida i pastori e i Re Magi nel rituale cammino dell’Epifania.

• Si accendono i falò propiziatori e di purificazione:
– 6 gennaio – L’Epifania – La befana
– 17 gennaio – S. Antonio
– Giorni della merla
– Carnevale
– Venerdì santo
– 24 giugno – S. Giovanni

In questo giorno di solstizio d’estate, i falò accesi hanno la funzione di proteggere il creato. Si voleva scacciare, col fuoco purificatore, demoni e streghe per prevenire malattie.

(Il mito dell’albero)

L’albero axis mundi, asse del mondo, l’albero cosmico, il pilastro del cielo sono epiteti pressoché universali che fanno riemergere profonde radici nell’immaginazione dell’uomo.

La forza simbolica dell’albero sta nella sua verticalità, nella sua facoltà di rigenerazione e nella sua appartenenza a tre livelli: quello sotterraneo con le radici, quello della superficie terrestre con il fusto, e quello dell’aria con la chioma.

In tutta la cultura indoeuropea, l’albero è simbolo di forza: lo spiega bene il termine latino robur.

Con i Celti si consolida l’idea di come l’esistenza del mondo dipenda soprattutto da un potente albero cosmico, fautore dell’alternarsi delle stagioni.

La quercia è l’albero più forte, il più venerato, il padre di tutti gli alberi. Il vischio è per l’albero ciò che l’anima è per il corpo.

• Albero di Natale
Il Natale cade pochi giorni dopo il solstizio d’inverno, quando si credeva rinascesse l’albero solare dai frutti d’oro. L’albero della vita e della luce è anche il simbolo della redenzione cristiana.

• 1 Gennaio – Capodanno
Il capo famiglia, al mattino presto, andava presso il letto dei figli e dava “la sveglia” con un ramo di salice, col quale accarezzava loro le guance e li invitava a iniziare meglio il nuovo anno.

• 25 Gennaio – Conversione di S. Paolo (San Paol di sègn)
Si prendeva un bastone e con questo si percuotevano le piante.
Con questo gesto si voleva cacciare il gelo dell’inverno e consentire la ripresa dei vegetali. Le ragazze intrecciavano una ghirlanda di fiori secchi e la lanciavano dietro le spalle. Con tale rito cercavano di leggere, tra i petali caduti, la lettera iniziale del nome dell’uomo destinato loro in matrimonio.

• 25 Marzo – Festa dell’Annunciazione (Madòna dèl bis)
In questo giorno non si dovevano raccogliere verdure da portare a casa, né erba per i polli e nemmeno foraggio da dare al bestiame perché, diversamente, da queste erbe sarebbe uscita una biscia (tradizione pagana con evidente significato al rispetto per la vegetazione).

• Calendimarzo (Ciòca Mars)
L’uso di salire sugli alberi è documentato in vaste zone del territorio Oglio-Chiese. Esso, probabilmente, richiama alla mente l’antica tradizione delle “nozze con l’albero”. Ritualità legata al risveglio della natura e alla propiziazione della fecondità. Frotte di giovani, battendo coperchi, latte “tòli” e tamburi, cantavano andando incontro a marzo. Salivano sugli alberi annunciando, da pianta a pianta, presunti accoppiamenti amorosi nel paese.

• Il taglio dell’albero

Che il Carnevale sia il preludio al “Capodanno primaverile” lo affermano anche alcune usanze dell’Italia settentrionale, in cui i protagonisti sono gli alberi. Un esempio, a noi vicino, lo troviamo nel “taglio dell’albero” di

Pescarolo e di Fontanella Grazioli. Una ritualità complessa nella quale i simbolismi legati all’albero si fondono con quelli legati al fuoco. Antiche tradizioni pagane reinterpretate poi dal cristianesimo.

(I riti pasquali)

• Domenica delle palme
Un ramoscello d’ulivo, simbolo di pace tra gli uomini, viene offerto a tutti i fedeli.

• Mercoledì santo – Il mattutino delle tenebre
Nella celebrazione religiosa del Mercoledì santo, con lo spegnimento dell’ultimo cero, si battevano i mattutini. Fuori dalla chiesa, i giovani battevano lunghe verghe di salice sul sagrato, mentre altri, con trabaccole e girelle in legno, annunciavano con rumore l’inizio della passione.

• Giovedì santo
Si addobbavano i sepolcri con vasi di frumento fatto crescere al buio. Le erbe bionde, quasi bianche, erano un significativo omaggio di devozione e propiziazione (dalla morte alla vita).

• Venerdì santo
L’albero della croce è simbolicamente il Cristo stesso, il Salvatore, “Io sono l’albero della vita”. Il Venerdì santo, si legavano con un nastro tutti gli alberi da frutto, per propiziare un raccolto abbondante. Questo rito era diffuso in tutto il bacino idrografico dell’Oglio. Gli alberi venivano poi slegati la domenica di resurrezione.

• Feste di Calendimaggio
I festeggiamenti del “Majo”, cioè l’albero o “ramos”, richiama le tradizioni delle popolazioni primitive, che vedevano nell’albero il simbolo e l’essenza del potere germinativo e fecondatore.

• 24 Giugno – S. Giovanni
In questo giorno si raccoglievano le erbe curative e anche le noci acerbe e bagnate di rugiada per il nocino.

• 14 Settembre – Santa Croce
A Corzano di Montisola (Bs), si svolge tuttora la festa più bella dedicata alla “Santa Croce”. Tutto il paese viene addobbato con fiori.

• Il 1° Novembre è lo spartiacque tra un anno agricolo e l’altro.

Finita la stagione dei frutti, la terra che ha accolto i semi del frumento destinati a rinascere in primavera, entra nel periodo del letargo.

Nel calendario celtico l’anno iniziava il 1° novembre. Questo popolo immaginava che in tale giorno ritornassero sulla terra tutti gli esseri dell’Aldilà. Ancora oggi i defunti sono ricordati con i fiori di crisantemo, simbolicamente rappresentanti la luce.